© Giancarlo Guzzardi

lunedì 19 febbraio 2007

El viaje

Quando percorriamo un sentiero -non necessariamente quando siamo in viaggio-, ci sono cose che più di altre ci colpiscono e ci restano dentro, che non si possono raccontare ne descrivere. Impossibile condividerle con gli altri, sono troppo personali nella varietà di ciò che esprimono.

La parte più profonda di un'esperienza sono le emozioni e le vibrazioni che riceviamo; continuano ad accompagnarci nel tempo anche quando le immagini che conserviamo di essa si sbiadiscono pian piano. Basta un suono, un odore, una luce, una sensazione inattesa, per riportarle a galla e ritrovare quella stessa atmosfera.

Ma l'esperienza di un Viaggio può spingersi oltre: può cambiarti; può cambiarti nell'anima, può cambiarti la vita. In particolar modo quando questa esperienza la vivi in solitudine o, come sarebbe più giusto dire, in solitaria.

Se hai la forza o l'opportunità di vivere da solo un viaggio fisico, come un viaggio interiore, sai bene che ben poco di questa esperienza potrai condividere con gli altri. Certo ci sono le parole, le immagini, c'è la penna od un pennello pronti a descrivere, ma quello che potrai fermare di quel turbinio di visioni, è solo la punta di un iceberg. La parte sommersa non si vede mai.

Mi piace qui ricordare, ancora una volta, un pensiero di Shopenauer: "I pensieri messi per iscritto non sono nulla di più che la traccia di un viandante nella sabbia: si vede bene che strada ha preso, ma per sapere che cosa ha visto durante il cammino bisogna far uso dei suoi occhi."
Giancarlo



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