© Giancarlo Guzzardi

mercoledì 18 aprile 2007

Desaparecidos antelitteram

Nelle cronache dei primi esploratori la Terra del Fuoco veniva descritta come un luogo desolato ed inospitale abitato da selvaggi cannibali, di cui si metteva in dubbio anche l’appartenenza alla razza umana. Le tribù con cui gli europei ebbero il loro primo approccio erano quelle degli Ona, degli Yaghan, degli Alakaluf, discendenti delle popolazioni asiatiche che nell’ultima glaciazione avevano attraversato lo Stretto di Bering e nel corso dei millenni si erano spinte sempre più a sud, fino a raggiungere l’estremo lembo del continente americano.
Una razza forte, temprata dagli elementi della natura. Vivevano praticamente nudi, facendo uso solo di pellicce di animali selvatici che all’occorrenza fungevano da riparo, coperta o mantello. Probabilmente la vista lungo le coste scoscese dei falò con cui si scaldavano, concorse a creare il nome Terra del Fuoco. Tra gli anni venti e sessanta del ‘900 le statistiche descrivono queste tribù ormai prossime all’estinzione, prima che alcune epidemie di morbillo falciassero le vite delle ultime diecine di superstiti. Le malattie portate dall'uomo bianco, prima sconosciute a queste popolazioni e l'uso dell'alcool favorito da mercanti privi di scrupoli, contribuirono a segnare il destino di quanti erano sfuggiti ad una morte più violenta. Quello che resta oggi di queste popolazioni, sono solo discendenti di sangue misto.



segue

si ringrazia Casilla do Sur per le immagini d'archivio

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